Flessibilità nel mondo del lavoro. Non si torna più indietro.

Non è solo questione di crisi, che peraltro ha contribuito significativamente al cambiamento. E’ un sistema che non regge più al passare del tempo. In un’epoca in cui ci sono sempre più servizi e moltissimi beni non sono più prodotti, non in Italia, ma nemmeno in Europa, tutto il nostro sistema economico/produttivo vive una forte fase di cambiamento.

Questa rivoluzione ha riflessi considerevoli sul numero di occupati e sulla tipologia contrattuale degli stessi. A qualsiasi livello.

In primo luogo per essere competitivi, bisogna separarsi dal concetto di territorio. Le aziende, anche grazie alla tecnologia, avranno sempre più presenza in rete e potranno vendere i loro beni e servizi in tutto il mondo. Per questo il modello adottato della realtà aziendale deve mutare velocemente, deve cioè essere in grado di strutturarsi per team, gruppi di lavoro, centri di profitto in modo veloce ed efficace. Proprio per questo motivo la struttura non seguirà più la forma piramidale dove le decisioni prese al vertice si riflettono sulla base, ma trasversalmente e per questo molti profili professionali o funzioni non ci saranno più o verranno radicalmente modificati.

Di certo rimarranno, poichè strategici per ogni attività, i professionisti, i tecnici (soprattutto se particolarmente specializzati) e i manager. Che dovranno sempre più assumere responsabilità e carichi di lavoro. A supporto di queste professionalità ci saranno società esterne o consulenti pagati a prestazione il cui impiego è variabile in funzione dei momenti e degli obiettivi.

A soffrire di più in questo contesto sono i profili di middle management e gli impiegati generici che per “sopravvivere” dovranno aumentare considerevolmente le loro competenze. Inoltre a giustificare il loro impiego sarà il risultato che saranno in grado di  portare ai processi aziendali.  L’individuo quindi, nel mercato del lavoro che abbiamo di fronte, non dovrà adeguarsi alle richieste di cambiamento prospettate dalle aziende, bensì dovrà lui per primo anticipare le tendenze del mercato e reinventarsi una nuova professione.