Meritocrazia e nepotismo in Italia

Quando ero piccola sognavo di diventare un giorno qualcuno di cui i miei genitori sarebbero stati fieri, e questo perché alle spalle l’insegnamento principale da sempre avuto è stato quello di lavorare duro, perché nella vita chi si impegna e persiste nel raggiungimento dei propri obiettivi con amore, costanza e fatica, e io aggiungerei anche con un pizzico di fortuna, prima o poi riesce ad arrivare dove vuole.

Mai, e dico mai, ho pensato che qualunque cosa avessi fatto nella mia vita l’avrei fatta per motivi diversi dal merito e dalla fatica nel perseguire una meta precisa. E così non ho fatto altro che studiare prima di fare stage lunghi un’eternità e poi finalmente arrivare ad avere un posto di lavoro che mi ripagasse di tutto il mio impegno.

In Italia ci sono migliaia di ragazzi che affrontano molti sacrifici insieme alle famiglie che sperano in una vita migliore per i propri figli e che si danno anima e corpo risparmiando fino all’ultimo centesimo per garantirgli un percorso sicuro. Coloro che conoscono la fatica e poi l’orgoglio di raggiungere posizioni lavorative per le proprie capacità e la propria determinazione appartengono di certo a una cerchia di persone che con il tempo ha dovuto accettare che nel Paese delle opportunità in realtà tante opportunità non ci sono.

Io stessa mi sento di poter rappresentare con il mio pensiero e il mio percorso tutte quelle persone che hanno sempre immaginato l’Italia come un paese meritocratico, un terreno fertile dove ognuno potesse avere una possibilità, una strada da percorrere, una via d’uscita. Un posto nel mondo. E invece no. Invece tutti i nostri grandi talenti ma in realtà anche quelli che non lo sono, a un certo punto se ne vanno, in Europa, in America, da qualche altra parte ma non in Italia. Questo accade perché chi spera di fare un percorso di carriera in grandi aziende spesso viene letteralmente superato da figli, nipoti, cugini e ogni sorta di parente di chi già svolge la propria attività nelle cariche più alte.

Si chiama nepotismo, fenomeno dilagante in Italia, per cui siamo giustamente criticati e forse anche un po’ derisi e che vi era prima, vi è adesso e probabilmente continuerà a esserci anche in futuro. In effetti capita spesso di sentirmi dire che una data posizione lavorativa sia stata ottenuta attraverso conoscenze o gradi di parentela.

La trovo una cosa gravissima. Il Fatto Quotidiano riportava un articolo del Washington Post dove oltre a una visione totalmente negativa della cultura italiana che limita fortemente lo sviluppo economico del nostro paese, la questione peggiore si annida attorno alla vera e inesorabile affermazione per cui il nepotismo impedisce ai talenti di crescere e io direi, di conseguenza, di restare.

E allora chi costruirà il futuro in Italia? Io un’idea ce l’avrei. Quelli che lo meritano, che hanno cultura e capacità, competenza in ciò che fanno, spirito di iniziativa e di condivisione delle informazioni e del sapere. E speranza. Speranza di trovare il proprio posto nel mondo in Italia.