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Il Biologo marino: chi è?

Il Biologo marino è una figura professionale specializzata nello studio e nella ricerca nel campo dell’ecologia marina. Raccoglie dati e informazioni sulle forme di vita sia animali che vegetali presenti in tali ecosistemi, ne analizza l’evoluzione nel corso del tempo e il loro stato di conservazione. Svolge, pertanto, una funzione fondamentale per la salvaguardia di tali ambienti e per la loro preservazione alle future generazioni.

Cosa fa?

La biologia marina è una branca della biologia molto complessa e affascinante che si occupa di studiare gli ecosistemi marini. Il mare, come sappiamo, contiene al suo interno una grandissima varietà di specie dalle grandi balene ai più piccoli microrganismi. Tutti sono in equale misura importanti e nel loro insieme formano quel vasto mondo di esseri viventi che svolgono un ruolo di rilievo per la vita sul nostro pianeta.

Il mare è l’elemento caratterizzante di questo mondo. Esso si presenta come una enorme distesa di acqua salata comprendente al suo interno quasi tutte le sostanze chimiche presenti in natura, in gran parte sotto forma di sali disciolti. L’ecosistema marino è una unità ecologica comprendente al suo interno la biocenosi e il biotopo, le quali interagiscono continuamente tra di loro. La biocenosi marina rappresenta tutte le specie animali e vegetali che occupano l’ambiente marino, mentre il biotopo è un’area in cui le condizioni fisico-chimiche e ambientali sono considerate costanti.

Il biotopo marino si caratterizza per una serie di fattori di natura chimico-fisica che influenzano la vita del mare. Gli elementi determinanti di tale ambiente sono la luce e l’idrodinamismo, due fattori che a loro volta influenzano la biocenosi.

Il Biologo marino svolge, come detto in precedenza, un ruolo molto importante nel garantire la biodiversità di questo delicato sistema. La sua attività si esplica nel monitoraggio degli ambienti marini e nella valutazione del loro stato di salute, in considerazione dell’livello di sfruttamento sia diretto che indiretto da parte dell’uomo. In particolare è l’azione antropica la principale responsabile del lento e quasi inesorabile declino di numerose specie che vivono in detto ambiente. A fronte di ciò l’Unione Europea ha sviluppato qualche anno fa un importante progetto di tutela e recupero di tale risorsa naturale.

La Blue Growth o definita come crescita blu, promossa dall’UE, vede i biologi marini in prima fila nello sviluppo di strategie a lungo termine volte a sostenere la crescita dei settori marino e marittimo. Tali strategie riconoscono la grande importanza del mare e degli oceani nella creazione di nuovi posti di lavoro e di nuove aziende. Il tutto in un’ottica di sostenibilità ambientale, attraverso la promozione di attività di ricerca di cui il Biologo marino è e diverrà uno dei principali protagonisti.

Come si diventa Biologo marino?

Le competenze che un professionista che lavora nel settore deve acquisire sono possibili soltanto attraverso una laurea specialistica in biologia marina. Il percorso formativo prevede una laurea triennale in Scienze biologiche, Scienze e tecnologie per l’ambiente e la natura o Biotecnologie. Dopo la triennale ci si può iscrivere al corso di laurea Magistrale in Biologia Marina. La laurea consente di formare laureati con una solida preparazione biologica di base e una formazione più specifica nell’ambito della biologia ed ecologia degli ecosistemi marini.

Il Biologo marino, come figura professionale altamente qualificata, deve possedere competenze di natura interdisciplinare. Ciò è possibile attraverso una formazione continua ed un aggiornamento costante frequentando appositi corsi di specializzazione o master.

Per l’abilitazione alla libera professione e l’iscrizione all’albo dei biologi e necessario superare il relativo esame di stato.

In sintesi cosa fa un Biologo marino?

• Condurre attività di studio e ricerca sul comportamento delle specie animali e vegetali presenti nell’ambiente marino;
• Identificare gli organismi marini e valutare le loro modificazioni qualitative e quantitative come conseguenza dei cambiamenti ambientali;
• Tutelare le specie marine a rischio a seguito dell’attività antropica e della pesca indiscriminata;
• Progettare e gestire centri ittici per l’allevamento di organismi acquatici come pesci, molluschi e crostacei;
• Svolgere attività di consulente tecnico per la protezione delle aree naturali e per la gestione delle specie marine commerciabili;
• Svolgere attività di educatore ambientale e divulgatore scientifico.

Principali caratteristiche richieste:

• Possiede un diploma di laurea Magistrale in Biologia Marina ed ha svolto attività di tirocinio presso laboratori di ricerca in Italia o all’estero;
• Possiede solide basi di zoologia e botanica unite a competenze nel campo della biologia marina, dell’oceanografia e della gestione delle risorse marine;
• Conosce i diversi organismi marini di interesse commerciale e quelli utilizzati come indicatori della qualità ambientale;
• Monitora i parametri ambientali di riferimento prima, durante e dopo la realizzazione di un opera pubblica o privata che interessi l’ambiente marino;
• Conosce gli strumenti per il rilevamento e il campionamento degli organismi vegetali e animali presenti nell’ecosistema marino;
• Possiede una buona conoscenza nell’uso del computer e dei principali software per l’analisi e il calcolo dei dati;
• Possiede doti di precisione e metodicità nello svolgimento di mansioni di laboratorio che richiedono la ripetizione di un certo numero di esperimenti;
• Possiede un ottimo spirito di squadra;
• Possiede ottime capacità comunicative ed espone in maniera semplice e chiara i propri risultati attraverso la redazione di report o relazioni tecniche;
• Utilizza l’analisi statistica per analizzare e interpretare i risultati delle ricerche;
• Possiede una buona conoscenza della lingua inglese sia in forma scritta che parlata.

Il Biologo marino è una figura fondamentale per la preservazione della biodiversità in un ambiente così unico e delicato. Dalla biodiversità di tale ambiente dipende la vita dell’intero pianeta. I mari e gli oceani che nel corso del tempo rischiano di perdere tale biodiversità perdono anche in resilienza. Ciò determina in questi ecosistemi una minore capacità di resistere alle attività umane. Molto spesso tali attività sia attraverso forme di sfruttamento che di inquinamento depauperano la ricchezza di varietà in  specie animali e vegetali. Il Biologo marino grazie alla sua competenza e professionalità assumerà sempre più il ruolo di garante di tali ecosistemi in una visione di lungo periodo improntata ad una maggiore sostenibilità ambientale e ad un maggiore rispetto della risorsa marina.

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