Come trovare un valido Restauratore dei beni culturali

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Il Restauratore dei beni culturali: chi è?

Il Restauratore dei beni culturali è la figura professionale che mira a tutelare e conservare le opere d’arte, definendo il loro stato di conservazione e mettendo in atto tutta una serie azioni, più o meno complesse, con il fine di limitare il processo di degrado. Lo scopo principale è quello di garantire un adeguato livello di conservazione dell’opera, consentendo in questo modo di salvaguardarne il suo valore culturale e la fruibilità alle future generazioni.

 

Cosa fa?

Il Restauratore dei beni culturali interviene nella definizione delle migliori strategie da seguire per poter conservare al meglio una determinata opera o insieme di opere. I restauri di natura conservativa posso riguardare diverse tipologie di opere come: dipinti, affreschi, arazzi, statue lignee e di marmo, mobili, strumenti musicali, gioielli, libri e pergamene ecc. Ogni opera richiede un approccio specifico, perché diversi sono i materiali di cui è fatta e diverso può essere il suo grado di conservazione. Vediamo brevemente quali sono, in linea di massima, le fasi più importanti di un restauro.

La prima fase è quella dell’indagine preliminare, nella quale andrà studiato attentamente il manufatto anche in base alla documentazione storica disponibile, realizzando un report quanto più completo possibile. Si procederà poi ad una puntuale indagine visiva, per verificare l’effettivo stato di conservazione e l’eventuale deterioramento a livello macroscopico. Sempre in questa prima fase si procede all’utilizzo degli strumenti diagnostici, intervento operato da personale specializzato su indicazione del restauratore.

La seconda fase è quella della messa in sicurezza. Nel caso in cui l’opera si presenti particolarmente danneggiata o nel caso in cui il Restauratore dei beni culturali rilevi un rischio di danno a livello strutturale si interverrà con un’operazione preliminare di messa in sicurezza. Tale operazione ha l’obbiettivo di consolidare le superfici e limitare nel contempo il loro distacco.

La terza fase è quella della pulitura. Tale intervento si pone come scopo principale la rimozione dalla superfice dell’opera di materiale ad essa estraneo. Come per esempio tutte quelle sostanze patogene che possono comportare un detrimento estetico e materiale. È questa una delle procedure più delicate dell’intervento di restauro, che deve essere attentamente valutata caso per caso.

La quarta fase è quella del consolidamento. Tale fase, che segue quella di pulitura, si pone come obbiettivo quella di consolidare l’opera riconferendo ad essa la coesione materiale, alterata dai vari processi di degrado.

Come si diventa Restauratore dei beni culturali?

Una buona base di partenza per diventare restauratore professionista è quello di iniziare sin da giovani frequentando una scuola superiore con indirizzo artistico. Dopo il liceo è possibile proseguire la propria formazione iscrivendosi ad un corso di Laurea Triennale in Beni Culturali oppure ad un’Accademia di Belle Arti. Questi istituti pubblici o privati devono però essere accreditati presso lo Stato. Essi sono gli unici che conferiscono allo studente, al termine del percorso di studi, il titolo di Restauratore dei beni culturali.

Ogni istituto ha un proprio percorso formativo, durante il quale verrà offerto allo studente un approccio di tipo più pratico o più teorico a seconda delle scelte effettuate dall’Ente.

La figura del restauratore, come accennato, è regolamentata e si può assurgere alla professione solo se si è iscritti all’interno di un apposito albo, registro o elenco gestito da un’amministrazione oppure da un Ente pubblico.

Merita un breve cenno la differenza tra Restauratore dei beni culturali e Tecnico dei beni culturali. Per i profani che non conoscono questo mondo le due figure posso spesso venire confuse. Il restauratore è un professionista che si occupa a 360° di un’opera e ne segue tutte le fasi, intervenendo in prima persona per apportare correzioni o modifiche. Il tecnico invece è una figura che svolge attività di collaborazione ed esegue le proprie mansioni sotto lo sguardo vigile del restauratore. Il tecnico è pertanto una persona di supporto, con meno mansioni e responsabilità.

 

In sintesi cosa fa un Restauratore dei beni culturali?

  • Analizzare la documentazione storica dell’opera e studiare le strategie di intervento più efficaci;
  • Progettare gli interventi e seguire il lavoro del personale tecnico;
  • Stimare i tempi del restauro e a quali rischi l’opera può andare incontro durante il corso dei lavori;
  • Conoscere eventuali vincoli normativi del bene oggetto del restauro;
  • Coordinare le attività di restauro agendo spesso in prima persona nelle operazioni più delicate di pulizia e consolidamento;
  • Utilizzare gli strumenti diagnostici (termografia, endoscopie, radiografie ecc) al fine di determinare lo stato di conservazione e il valore storico-artistico dell’opera;
  • Documentare le varie fasi del restauro sia con documentazione scritta che fotografica, finalizzata alla redazione del consuntivo tecnico-scientifico;
  • Predisporre un laboratorio mobile nel caso in cui l’opera non sia trasportabile;
  • Compiere attività di ricerca e sperimentazione;
  • Svolgere attività divulgativa a scopo didattico.

 

Principali caratteristiche richieste:

  • Possiede un laurea o diploma rilasciata da parte di un ente o istituto il cui titolo di studio è riconosciuto dallo Stato;
  • Possiede un’approfondita conoscenza sulla storia dell’arte e dei vari materiali con i quali sono realizzate le opere;
  • Conosce i diversi metodi di intervento, le tecniche e le strategie più appropriate per eseguire un’attività di restauro;
  • Conosce le tecniche di conservazione in uso in passato e gli strumenti tecnologici moderni utilizzati per effettuare indagini di tipo diagnostico;
  • Possiede nozioni di chimica, biologia e fisica;
  • Possiede ottime capacità di analisi e di sintesi;
  • Gestisce le risorse a sua disposizione in maniera efficiente sia quelle legate al budget di spesa, sia le risorse umane come tecnici e collaboratori;
  • Pianifica le operazioni di imballaggio e trasporto del bene con grande professionalità;
  • Conosce la legislazione relativa alla gestione dei beni culturali;
  • Possiede ottime abilità manuali;
  • Possiede un’ottima attitudine al lavoro di squadra.

 

Il Restauratore dei beni culturali svolge un ruolo chiave nella gestione e conservazione di un manufatto artistico. Le tecniche e metodologie applicabili sono varie, in termini generali possiamo riassumerle in: esame dell’opera, ricerca storica, riparazione dei danni, manutenzione preventiva e infine catalogazione. I lavori di conservazione qualsiasi essi siano devono essere improntati ad un profondo rispetto etico per l’opera stessa. Perciò gli interventi devono essere programmati e realizzati con l’obbiettivo principale di riparare il danno per lo stretto necessario o per prevenire ulteriori danni in futuro. Inoltre i materiali e i metodi utilizzati devono essere sempre reversibili per non impedire eventuali lavori successivi da parte di altri professionisti.

 

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