Come trovare un valido specialista Kubernetes

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Sei alla ricerca di uno specialista Kubernetes, ma stai incontrando difficoltà nel reclutarlo? Ti sei affidato a società di selezione del personale ma non hai avuto i risultati attesi?

In questo articolo ti spieghiamo chi è e di cosa di occupa tale figura e i vantaggi nel rivolgersi a Ricercamy quale partner nella ricerca e selezione di profili nel settore informatico. 

Importanza di Kubernetes per gli sviluppatori: 

Al giorno d’oggi, programmatori, ingegneri di software, data scientist e persino project manager dovrebbero conoscere il mondo dei container e strumenti come Kubernetes e Docker.

Kubernetes è una piattaforma portatile, estensibile e open-source per la gestione di carichi di lavoro e servizi containerizzati, in grado di facilitare sia la configurazione dichiarativa che l’automazione. La piattaforma vanta un grande ecosistema in rapida crescita.

Ma andiamo in ordine, che cosa sono i Containers? 

Un container è un insieme di uno o più processi isolati dal resto del sistema. Poiché tutti i file necessari per eseguire tali processi vengono forniti da un’immagine distinta, i container sono portabili e coerenti in tutti gli ambienti, dallo sviluppo, ai test, fino alla produzione. Questo li rende molto più veloci, rispetto ai tradizionali flussi di sviluppo che dipendono dalla replica degli ambienti di test tradizionali. I container, oltre a godere di una grandissima popolarità e ad essere apprezzati per la loro facilità d’uso, hanno un ruolo importante anche nella sicurezza IT.

I containers possono ospitare le dipendenze che un’applicazione deve eseguire, che si tratti del codice, delle librerie di sistema, dell’ambiente di esecuzione o di un’altra configurazione. Pertanto Grazie ai containers possiamo risolvere molti problemi legati al cambio e al passaggio da un ambiente di sviluppo ad un altro. Per esempio è possibile provare in modo sicuro il funzionamento di un app senza temere che il codice si comprometta.

Che cos’è Kubernetes, e come funziona?

Il nome Kubernetes deriva dal greco, significa timoniere o pilota. Google ha reso open-source il progetto Kubernetes nel 2014. Kubernetes unisce oltre quindici anni di esperienza di Google nella gestione di carichi di lavoro di produzione su scala mondiale con le migliori idee e pratiche della comunità.

Abbiamo già detto che Kubernetes automatizza le operazioni dei container. Consente quindi di eliminare molti dei processi manuali coinvolti nel deployment e nella scalabilità di applicazioni containerizzate. 

In altre parole, consente di gestire con semplicità ed efficienza cluster di host su cui vengono eseguiti container. Questi cluster possono gestire host su cloud pubblici, privati o ibridi. Ecco perché Kubernetes è la piattaforma ideale per l’hosting di applicazioni cloud-native caratterizzate da un’elevata scalabilità, come lo streaming di dati in tempo reale tramite Apache Kafka.

Mano a mano che le applicazioni crescono per raggiungere diversi containers implementati in vari server, la sua amministrazione diventa sempre più complessa. 

Per controllare questa complessità, Kubernetes propone una API di codice aperto con la quale si possono controllare dove e in che modo si avviano i container. 

Inoltre, Kubernetes gestisce automaticamente il rilevamento dei servizi, incorpora il bilanciamento del carico, tiene traccia dell’allocazione delle risorse e scala in base all’utilizzo della capacità di elaborazione. Controlla inoltre lo stato delle singole risorse e consente alle applicazioni di ripristinarsi automaticamente riavviando o replicando i contenitori.

Kubernetes e/o Docker?

Parlando di Kubernetes, inevitabilmente sentiamo parlare anche di Docker, spesso ci si chiede quale soluzione usare tra le due, Kubernetes o Docker? Ma l’idea di dover scegliere l’una o l’altra soluzione è sbagliata ed è come mettere a confronto mele e torte di mele.

Non bisogna pensare a due soluzioni che si escludono a vicenda, bensì a due soluzioni complementari. Kubernetes e Docker sono fondamentalmente due tecnologie diverse che funzionano bene in combinazione per la creazione, la distribuzione e il ridimensionamenti di app in contenitori e non è necessario scegliere l’una o l’altra.

Kubernetes e Docker sono interoperabili. Docker fornisce uno standard aperto per la creazione di pacchetti e la distribuzione di applicazioni containerizzate. Con Docker, puoi creare ed eseguire contenitori, nonché archiviare e condividere le relative immagini. È possibile eseguire facilmente una build di Docker in un cluster Kubernetes, ma Kubernetes di per sé non è una soluzione completa. Per ottimizzare Kubernetes in un ambiente di produzione, è necessario implementare servizi e strumenti aggiuntivi per gestire sicurezza, governance, identità e accesso, nonché flussi di lavoro di integrazione continua/distribuzione continua e altre procedure DevOps.

Perché assumere uno specialista Kubernetes. Che benefici può portare alla tua azienda?

Sicuramente avere uno specialista che ha competenze in quest’area può facilitare il lavoro dentro la tua realtà. Infatti mantenere in funzionamento le applicazioni in container può essere complicato immaginando che si vogliano includere molti container implementati in macchine distinte.

Alcuni dei vantaggi dell’uso di Kubernetes:

  • Creazione e distribuzione di applicazioni in modalità Agile: maggiore facilità ed efficienza nella creazione di immagini container rispetto all’uso di immagini VM.
  • Adozione di pratiche per lo sviluppo/test/rilascio continuativo: consente la frequente creazione e la distribuzione di container image affidabili, dando la possibilità di fare rollback rapidi e semplici
  • Separazione delle fasi di Dev e Ops: le container image vengono prodotte al momento della compilazione dell’applicativo piuttosto che nel momento del rilascio, permettendo così di disaccoppiare le applicazioni dall’infrastruttura sottostante.
  • Coerenza di ambiente tra sviluppo, test e produzione: i container funzionano allo stesso modo su un computer portatile come nel cloud.
  • Portabilità tra cloud e sistemi operativi differenti: lo stesso container funziona su Ubuntu, RHEL, CoreOS, on-premise, nei più grandi cloud pubblici e da qualsiasi altra parte.
  • Microservizi liberamente combinabili, distribuiti, ad alta scalabilità: le applicazioni sono suddivise in pezzi più piccoli e indipendenti che possono essere distribuite e gestite dinamicamente – niente stack monolitici che girano su una singola grande macchina.
  • Isolamento delle risorse: le prestazioni delle applicazioni sono prevedibili.
  • Utilizzo delle risorse: alta efficienza e densità.

Quali competenze sono richieste per svolgere il ruolo?

Lo specialista Kubernetes ha un background informatico misto, con una determinata esperienza proveniente dal mondo della programmazione preferibilmente lato back end se si ricerca un ruolo più legato allo sviluppo, mentre come amministratore di sistemi se si ricerca un ruolo più legato alla operation IT e manutenzione dei processi.

Inoltre queste figure devono aver lavorato in contesti cloud con AWS o Azure o Google, oltre che un’ampia conoscenza dei sistemi operativi e di gestione dell’infrastruttura.

In linea generale, le competenze tecniche più richieste per questo tipo di profili sono:

  • Conoscenza approfondita linguaggi di programmazione ad oggetti (es. Python, Java, etc)
  • Conoscenza Kubernetes e/o Docker
  • Conoscenza di metodologie e processi CI/CD
  • Conoscenza di strumenti come ad esempio Jenkins, Gitlab, ArgoCD, Jenkins-X o simili
  • Conoscenza di strumenti di configuration management e provisioning come Ansible, Terraform, Puppet, Chef, o simili
  • Conoscenza di cloud computing AWS e Google

Completano il profilo ovviamente soft skill importanti, quali: attitudine al lavoro in team, proattività e creatività, buone doti di organizzazione e orientamento al risultato.

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Martina Frangiolini

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