Non dire mai “non” ad un colloquio

Tra le domande ricorrenti nei blog e nei social network dedicati al mondo del lavoro una frequenza piuttosto alta è riservata alla seguente: “per quale motivo non supero i colloqui di selezione?“. Senza entrare nel merito delle specifiche tecniche, delle esperienze o del percorso di studi che il candidato ha maturato nel corso degli anni, la nostra analisi si concentra su quella che spesso è una carenza in termini di comunicazione. Carenza che se non corretta può compromettere il proprio percorso professionale. Ci sono infatti candidati molto interessanti e con lauree sicuramente spendibili che faticano a ricollocarsi di questo mercato del lavoro.
Molto spesso questa delle difficoltà deriva dal loro atteggiamento a colloquio. Evitando di parlare di persone arroganti troppo sicure di sé al punto da risultare fastidiose o di persone poco curate nell’aspetto, sono sicuramente moltissimi i candidati che hanno ottimi requisiti e ché nonostante questo non superano i colloqui di selezione.
Queste persone sono spesso affette dalla “malattia del non”.

Mi riferisco in particolare all’atteggiamento mentale che porta molti candidati a trasmettere, durante un colloquio di selezione negatività rispetto alla possibilità di ricoprire determinati ruoli e incarichi e soprattutto negatività rispetto ad esperienze maturate in aziende presso le quali hanno lavorato, alle persone con le quali si sono relazionate (capi, amministratori delegati, responsabili delle risorse umane, ecc…).
Chi si occupa di selezione sa che ai manager, agli imprenditori, ai responsabili HR un atteggiamento negativo da parte del candidato, anche se particolarmente in linea con la posizione, non può portare ad un riscontro positivo.
Quindi che cosa fare?
Innanzitutto bisogna lavorare sulla propria positività, in senso generale. Cercare di avere un atteggiamento orientato al risultato, che non si focalizzi sulle negatività. E’ dimostrato che questo atteggiamento aiuta ad ottenere migliori risultati nella vita quotidiana. Poi bisogna migliorare la propria capacità di svolgere un colloquio in termini positivi. Sforzarsi di dare sempre risposte in chiave ottimistica non pessimistiche, mettere in luce sempre e comunque aspetti positivi del precedente esperienza professionale anche quando queste non sono state completamente gratificanti.

In pratica la domanda che dovete farvi guardandovi allo specchio è: “lavoreresti con una persona così?”.

Se la risposta è “NO”, avrete qualcosa su cui lavorare.

 

Vittorio Nascimbene