Multitasking e flessibilità

Da qualche tempo la possibilità di trovare un lavoro è diventata sempre più limitata ed è anche per questo motivo che stiamo assistendo ad un nuovo fenomeno di assunzione definito come “multitasking”.

Esaminiamo ora di cosa si tratta in concreto: il mondo delle imprese segnala una qualche risposta nelle assunzioni soprattutto in riferimento alle conoscenze tecnico pratiche degli  individui, mettendo da parte, in alcuni casi, i laureati a favore dei diplomati spesso provenienti dagli istituti tecnici, i quali si possono ben inserire soprattutto nelle PMI.

Ma la vera novità è quello che viene chiesto a questi “nuovi” lavoratori, che non solo devono conoscere la parte operativa del proprio ruolo, ma devono anche saper assumersi l’onere di verificare che questo sia all’interno di un processo fluido, e magari cercare di migliorarlo a livello di risparmio, assumendosi così la responsabilità di monitorare, una volta proposto il cambiamento, che questo sia applicato con buoni risultati.

Si richiede insomma al nuovo soggetto un qualcosa in più della mera applicazione dell’attivitá assegnata, così facendo le medie e piccole aziende ottimizzano sul personale e tendono a confermarlo a tempo indeterminato.

Una figura propositiva che sappia adattarsi alle nuove esigenze di processo, come l’azienda stessa e che risulti sempre proattiva.

Il fatto di assumere delle competenze “trasversali” permette un più ampio raggio di conoscenze e quindi maggior flessibilità, parola d’ordine del business moderno.

Oltretutto in questo modo le imprese possono risparmiare anche sulla formazione specifica da dedicare a più ruoli, i quali possono anche coincidere per incorporazione  nei vari processi di lavorazione, avendo di fatto a disposizione del personale motivato che responsabilmente si occupa del  prima-durante e dopo attraverso nuove tecnologie.