Un nuovo inizio

Questo è un periodo di grandi cambiamenti. La nostra Italia ha affrontato una crisi gravissima, lo fa ancora, molti hanno perso il lavoro, i più giovani fanno fatica a inserirsi, molti altri decidono di andare all’estero, a volte con convinzione e volontà, altre solo ed esclusivamente per pura necessità. Stiamo affrontando la recessione, il nostro governo che non fa altro che andare indietro, Berlusconi che torna a ripetere la sua recita, i Maya che sembra abbiano sbagliato i loro calcoli. Dove andremo a finire?

Coloro che sono i cosiddetti neolaureati, ad oggi, hanno quasi del tutto abbandonato velleità di realizzare i propri sogni, di spendersi per le proprie ambizioni. Cresciamo i nostri figli insegnando loro a seguire i propri sogni, il proprio cuore, a non arrendersi di fronte alle difficoltà, a impegnarsi negli studi, perché studiare li aiuterà a essere persone migliori, a rendere il mondo un posto migliore. Gli insegniamo il rispetto e la lealtà. Poi dopo la laurea arriva il momento del passo fatidico, quello che li condurrà direttamente nel mondo del lavoro, e a quel punto cerchiamo di spiegargli che non sarà tutto rose e fiori, che ci saranno momenti in cui sarà dura, lavoreranno anche 12 ore al giorno, la paga farà schifo e i colleghi non saranno le persone più simpatiche che abbiano mai incontrato.

Ai giovani che le università ormai sfornano in quantità industriale e soprattutto con gran velocità, il nostro paese offre dei contratti di stage o apprendistato, tutte modalità che dovrebbero fungere da periodo di formazione per quelli che per la prima volta mettono in pratica le nozioni imparate durante uno dei tanti master post laurea. La finalità? L’inserimento definitivo in azienda, ma questo non sempre succede, anzi, a onor del vero, ultimamente quasi mai e la politica diventa quella del ricambio continuo. Una sorta di mercato dell’essere umano.

Noi continuiamo a dire ai nostri ragazzi che non fa niente, che devono crederci, che devono andare avanti anche quando la strada sembra finita, perché questo paese, questo nostro paese, ha offerto molto in passato e ha ancora molto da dare, perché non è la nostra terra a toglierci le possibilità ma chi la governa.

Forse adesso la soluzione migliore può essere andare all’estero, fare un po’ di esperienza fuori, ma poi tornate a casa. I Maya avranno anche sbagliato i loro calcoli sulla fine del mondo ma credete che possa esserci un nuovo inizio, per voi e per il vostro paese. Un nuovo inizio.

Eleonora Maiorana