E’ possibile fare beneficenza anche in Italia direttamente dalla propria busta paga.
“Payroll giving” è un termine anglosassone che indica il prelievo che il datore di lavoro, in accordo con il lavoratore, fa sulla busta paga di quest’ultimo per donare un importo di solito pari ad un’ora di lavoro da destinare ad una determinata organizzazione no profit.
Tale forma di fund raising ha incontrato il favore dell’agenzia delle entrate che ha confermato la possibilità di detrarre il 19% o in alternativa di ottenere la deducibilità dal reddito Irpef.
Questo fenomeno già presente da anni in diversi paesi europei è arrivato in Italia più recentemente ed ha accelerato la sua diffusione a seguito del tragico terremoto dell’Emilia.
Le aziende vedono di buon occhio tali iniziative e di conseguenza stimolano i dipendenti a metterle in pratica perchè hanno capito che può migliorare l’immagine sociale, i rapporti con la comunità e anche il clima interno.
Il dipendente riscontra, dal suo punto di vista, un’assoluta praticità unita alla volontà di fare del bene a chi ne ha più bisogno e in alcuni casi la soddisfazione di vedere il proprio sforzo economico supportato in egual modo anche dall’azienda stessa.
L’obiettivo è quello di poter finanziare la maggior parte delle Ong con tale metodologia entro breve tempo.
A confermare le potenzialità dello strumento troviamo ormai diversi corsi di fund raising che guidano gli aspiranti operatori del settore no profit a conoscere la cultura dei finanziatori, i mercati e le tecnologie, il mutato contesto sociale, politico ed economico.
Perché anche il volontariato più essere un lavoro.