In questi giorni impazza la polemica dopo le parole dette dal sottosegretario all’economia Gianfranco Polillo in merito all’opportunità di ridurre i giorni di ferie per aumentare il PIL.
Il sottosegretario, parlando a margine di un convegno a Roma, ha indicato la riduzione delle ferie (una settimana in meno all’anno) come soluzione di breve periodo per aumentare il Prodotto Interno Lordo.
Diciamo subito che la proposta non trova grandi sostenitori anzi scatena un coro di polemiche. Contrari sono: Cgil, Cisl, Ugl, Confesercenti. Ma anche Pd, Idv, Pdci. In particolare, sostiene Polillo, bisogna o ridurre ulteriormente la domanda interna, inaccettabile per il Paese, oppure aumentare il potenziale produttivo”.
Curiosa proposta per un paese con 500 mila lavoratori in cassaintegrazione e dove già in molte aziende si lavora 10-12 ore al giorno senza vedersi riconosciuti gli straordinari.
La pensano diversamente alcuni economisti inglesi che lanciano la proposta di rivedere il nostro modo di lavorare. In sostanza si tratterebbe di ridurre l’orario di lavoro per ciascun dipendente a 20 ore settimanali, in modo da dedicare più tempo alla famiglia, ma anche ridurre l’incidenza delle malattie legate allo stress e di conseguenza ridurre i costi per la sanità pubblica.
Non sarebbe quindi meglio lavorare meno ma lavorare tutti?