In Kirghisia il paese immaginato da Silvano Agosti (regista, sceneggiatore, produttore cinematografico, scrittore e poeta italiano) si lavora solo 3 ore al giorno. D’altronde dopo centinaia di anni di evoluzione delle tecniche di produzione e dei macchinari è ragionevole pensare che la quantità di lavoro pro-capite diminuisca progressivamente. Invece negli ultimi anni il lavoro tende ad aumentare per chi ce l’ha e scompare per tutti gli altri. Sono noti a tutti i dati sulla disoccupazione che negli ultimi anni è cresciuta soprattutto tra i giovani di tutta europa.
Se la gente che lavora è sempre meno, sempre più ricchi sono gli amministratori delegati delle più grandi aziende in tutto il mondo. Lo conferma l’Ilo (L’Organizzazione Internazionale del Lavoro) nel suo rapporto annuale del 3 giugno scorso. E se il numero dei disoccupati è destinato ancora ad aumentare, lo stesso accadrà agli stipendi dei Top Manager. Tutto ciò determinerà un aumento delle diseguaglianze. Paradossalmente il fenomeno è meno accentuato nei paesi in via di sviluppo rispetto alle economie più mature e ciò dovrebbe farci molto riflettere.
Questa differenza tra lo stipendio d’ingresso e quello più alto, che in alcune aziende è di 500 volte, è il segnale che c’è una forte ineguaglianza nella distribuzione delle ricchezze, spesso priva di ogni giustificazione razionale.
L’unica speranza è che i governi riducano la tassazione sul lavoro finanziandola con l’aumento di quella sui redditi e i patrimoni più grandi, per riequilibrare le distorsioni create dal “libero” mercato.
Vittorio Nascimbene