Come trovare un valido Mediatore familiare

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Il Mediatore familiare: chi è?

Il Mediatore familiare è una figura professionale specializzata nella risoluzione delle controversie in caso di separazione, svolgendo in particolare attività di tutela dei diritti dei figli, specialmente se minori. L’esperto ha competenze multidisciplinari che gli consentono, applicando opportune tecniche di mediazione, di intervenire nella negoziazione dei conflitti.

 

Cosa fa?

Il Mediatore familiare è un arbitro che si pone di fronte alla coppia come figura terza ed imparziale per fare in modo che la separazione/divorzio avvenga nel modo meno traumatico possibile. La sua attività viene svolta in maniera non vincolante e tutto quello che viene discusso tra le parti è soggetto al segreto professionale.

La tipologia di mediazione applicata dallo specialista può variare a seconda delle persone con cui si trova a dialogare. I più importanti modelli che è possibile applicare in queste situazioni sono sostanzialmente due, il primo è il modello negoziale di  Haynes – Buzzi, questo modello privilegia l’ascolto attivo e cerca di comprendere il conflitto in primis sul piano psicologico. Il secondo viene definito come mediazione familiare strutturata, in questo caso l’esperto ha un ruolo più direttivo e l’accordo viene ad essere più di tipo schematico. Nello svolgimento delle sua attività il Mediatore cerca di comprendere la volontà della coppia studiando il loro atteggiamento, il loro modo di porsi e le modalità comunicative sia verbali che non verbali.

Il Mediatore non trova la soluzione ai problemi, ma permetterà agli ex-coniugi, comunicando in maniera positiva tra di loro, di trovare le risposte più adatte alle loro esigenze. Le controversie da risolvere possono essere diverse in particolare sono quelle economiche che hanno un ruolo preponderante sulle altre, nello specifico l’organizzazione della vita dei figli, le spese in caso di malattia, spese ordinarie e straordinarie ecc.

I benefici di ricorre a questa figura professionale sono diversi, innanzitutto se la stessa controversia viene decisa di fronte ad un giudice egli decide che cosa spetta a chi, mentre nelle mediazione l’accordo viene condiviso da ambo le parti. L’iter per arrivare ad una conclusione positiva in genere è molto più breve di quello di un normale percorso giuridico, in media si parla di circa 10-12 incontri e infine i costi che sono più bassi rispetto a quelli che si debbono sostenere nel caso ci voglia rivolgere ad un giudice.

Occorre specificare però un aspetto importante, questa figura professionale pur avendo tra le sue competenze nozioni di sociologia, di psicologia e di giurisprudenza non è uno psicologo e non svolge attività terapeutica, ma ha solo un ruolo di facilitatore dei rapporti di coppia.

Come si diventa Mediatore familiare?

La figura del Mediatore familiare viene regolata dalla Norma Tecnica UNI 11644 2016 pubblicata dalla Commissione Tecnica Attività professionali non Regolamentate. Seconda questa Norma per svolgere tale professione occorre essere in possesso almeno di una laurea triennale in campo umanistico, sociale o sanitario, frequentare un master o corso di specializzazione della durata di 2 anni, che preveda un minimo di 320 ore così divise: 240 ore minime di base teorica e 80 ore minime di pratica sotto la supervisione di personale esperto. Al termine del periodo di frequenza occorre sostenere due esami, il primo di tipo teorico-pratico composto da 3 prove e il secondo verrà sostenuto al termine dell’attività pratica comprendente 2 prove.

 

In sintesi cosa fa un Mediatore familiare?

  • Svolgere attività di mediazione tra ex-coniugi in modo imparziale;
  • Attenersi al segreto professionale non rivelando a nessuno quanto gli è stato comunicato durante gli incontri;
  • Consigliare la coppia sulle azioni da intraprendere senza esprimere alcun tipo di valutazione;
  • Occuparsi delle circostanze attuali e dei problemi futuri, cioè a separazione avvenuta, non interessandosi minimamente degli aspetti legati al passato;
  • Trovare una soluzione in base alle esigenze specifiche ascoltando entrambe le parti per aiutarle a trovare una soluzione personalizzata;
  • Stimolare la coppia al dialogo senza favorire né una separazione né una riconciliazione.

Principali caratteristiche richieste:

  • Possiede una laurea in Psicologia, in Giurisprudenza, in Sociologia, in Scienza della Formazione o Scienza dell’Educazione;
  • Ha frequentato un corso di Mediazione familiare (generalmente istituiti su base regionale), al termine del quale viene rilasciato un attestato avente validità sul tutto il territorio nazionale;
  • Si mantiene continuamente aggiornato attraverso la frequentazione di master, convegni e seminari;
  • Conosce la normativa sulla famiglia, sul divorzio e sulla separazione personale dei coniugi;
  • Conosce le diverse tecniche di mediazione e le applica per la risoluzione dei conflitti;
  • Possiede una forte empatia e capacità di ascolto;
  • Riesce a cogliere i bisogni dell’interlocutore in particolare nelle difficili condizioni di una separazione;
  • Adatta il proprio stile in base al tipo di persone che ha difronte;
  • Riesce a cogliere gli interessi degli ex-coniugi e quelle dei figli;
  • Si mantiene emotivamente distaccato consigliando i genitori sul miglior percorso da intraprendere;
  • Riesce ad infondere nella coppia un certo grado di serenità in maniera tale che possa guardare al futuro con un certo ottimismo;
  • È una persona che possiede ottime doti comunicative.

 

Il Mediatore familiare riconosce l’importanza e il ruolo della famiglia nella società ed accompagna i genitori, che hanno deciso volontariamente di avvalersi di questo servizio, verso la ricerca di un autentico accordo. Il professionista opera affinché la naturale conflittualità che emerge in un momento così drammatico per la coppia possa risolversi in maniera equilibrata, egli si basa sul principio di uguaglianza senza favorire nessuno dei due genitori. L’importanza sociale dell’istituto della mediazione familiare è evidente e si esplica nella prevenzione di eventi lesivi sia all’interno della coppia sia per i figli, ma non solo esso facilita quella attività di cooperazione necessaria per poter giungere al benessere comune.

 

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