Quando negli incontri pubblici in cui si discute di lavoro, mi viene pressoché sempre richiesto come scrivere un buon curriculum. La mia risposta è: “dipende“.
Da cosa?
Dipende principalmente da tre fattori:
1) Il target che volete raggiungere
2) La vostra età/esperienza
3) Se state lavorando o siete liberi
Nella stesura di un curriculum vitae infatti bisogna tener conto di una moltitudine di fattori. In primo luogo dell’azienda e del soggetto a cui mi rivolgo.
Metti caso di essere un contabile esperto. Come può essere valido allo stesso modo un resumee inviato ad una multinazionale della grande distribuzione piuttosto che ad un medio studio di commercialisti italiano?
Non può esserlo. Se voglio candidarmi ad entrambe le posizioni (e comunque data la differenza di contesti mi dovrei già porre una domanda) dovrò necessariamente stilare due curricula.
Con ciò non intendo dire che dovrete descrivere esperienze lavorative differenti da quelle effettivamente avute, assolutamente no! Bensì mettere in luce di ciascun lavoro svolto le competenze maturate più in linea con il contesto aziendale a cui vi rivolgete. Il vostro obiettivo è quello di arrivare ad affrontare un colloquio di lavoro, no?
Se l’azienda a cui inviate il vostro curriculum vitae europeo (sì è quello che preferisco nonostante i tanti limiti) si occupa di produzione industriale, il selezionatore cercherà di capire quali sono i vostri punti di forza sulla base del suo punto di vista facendo sempre riferimento a quello di cui l’azienda ha bisogno.
Se scrivete alle agenzie per il lavoro o società di ricerca e selezione del personale dovrete avere uno stile più neutro.
Quando cerate un lavoro sarebbe ingenuo non tener conto della propria età anche prescindendo dall’esperienza maturata. E’ inutile infatti candidarsi a posizioni junior quando si hanno 20 anni di di competenza in un ruolo e non basta omettere i propri dati personali per ovviare al problema perché un buon selezionatore se ne accorgerebbe subito. Inoltre sarebbe inutile non affrontare questo tema prima del colloquio anche perché si finirebbe per perdere un sacco di tempo. Bisogna essere coerenti e consapevoli che per trovare lavoro mentire sull’età non serve.
Quindi che fare?
La cosa migliore è apparire “freschi” lavorando sui contenuti (soprattutto per chi non ama il formato europeo) e scegliendo modelli di cv più dinamici… senza esagerare però.
Il proprio status attuale: “sto lavorando” o “sono libero”, naturalmente incide sull’attrattività del profilo e sulla forza di negoziazione dello stesso anche da un punto di vista economico. Una persona libera non può fare leva totalmente sulla sua ultima retribuzione perché la necessità di rientrare nel mondo del lavoro può indubbiamente condizionare. E’ inutile, per non dire dannoso, non indicare chiaramente quando è terminata l’ultima esperienza, lasciando intendere che sia ancora in essere.
Deve essere chiaro a tutti che le aziende quando hanno necessità di personale vogliono solo soddisfarlo al meglio, contenendo sì il budget, ma cercando sempre (perlomeno le migliori) di trovare un vero e proprio talento. Una volta arrivati davanti al selezionatore è quindi fondamentale capire, durante il colloquio, qual è l’essenza di quanto ricercato dall’azienda. Dovrete essere molto bravi a mettere in luce che siete voi la soluzioni ai problemi dei vostri interlocutori. Ciò naturalmente non basta, servono anche affidabilità (belle referenze), trasparenza (le ultime 2-3 buste paga) ed una buona dose di umiltà.
State pur certi che se tutti i requisiti sono rispettati avrete ottime chance di ottenere l’agognata offerta.
C’è puoi un’altra domanda ricorrente: “La lettera di presentazione serve?”. A mio avviso raramente, ma questa è un’altra storia…