In tempi di crisi sono sempre di più le persone disposte a rinunciare alla laurea o al master, spesso ritenuti non più sufficienti per garantirsi un futuro professionale.
Come sempre a farla da padrona rimangono le lauree di tipo tecnico/scientifico indicate dal 30% degli intervistati come priorità per farsi spazio nel mercato del lavoro, mentre quelle di stampo umanistico convincono solo il 9%.
La storia recente dei grandi successi industriali e commerciali, da Steve Jobs a Mark Zuckerberg, da Richard Branson a Bill Gates ci dice che laurearsi non sempre indispensabile. In Italia peraltro si investe poco anche sulla formazione personale. Corsi di management, leadership, public speaking o pnl sono solo appannaggio di pochi. Chi invece ha compreso l’importanza di investire su se stessi è disposto anche a rinunciare anche a spese tecnologia e shopping pur di aumentare le opportunità di trovare un lavoro o di trovarlo migliore.
C’è chi però continua a sostenere che una Laurea è ancora meglio di altre forme d’investimento come Enrico Moretti professore di Economia del lavoro a Berkeley. Moretti, che recentemente ha pubblicato “The new geography of jobs” sostiene che nonostante il costante aumento delle rette, l’università americana resta una delle migliori forme d’invenstimento più redditizza del mattone e della borsa in quanto garantisce salari più che doppi rispetto ai diplomati.
Certo che rispetto agli Stati Uniti l’Italia ha una popolazione giovanile molto più sedentaria. Negli Usa infatti gli studenti sono soliti scegliere la facoltà indipendentemente dalla distanza dall’abitazione dei genitori, mentre in Italia la maggior parte degli studenti va all’università vicino a casa. La mobilità è importante per seguire i flussi dell’economia che col passaggio, negli ultimi anni, dalla manifattura all’innovazione tende a muoversi maggiormente sul territorio americano.
Per tenere il passo con i cambiamenti globali, per Enrico Moretti, è necessario che l’Italia investa sull’innovazione tecnologica e sull’entertainment, e che i giovani orientino i propri studi universitari in questa direzione ricordandosi che il loro primo impiego segnerà il percorso professionale futuro.