L’ufficio in casa. Tra scelta e necessità?

Sembra essere la nuova moda del momento avere l’ufficio in casa. Ed è pure diventato un trendtweet (#ufficioincasa).

Sono tanti gli italiani che lavorano da casa. E la loro composizione sembra essere la più disparata. Ci sono infatti persone  di ogni ordine e grado, di ogni età, di ogni estrazione sociale. Tutte con lo stesso obiettivo: fare business a casa propria.

Certo, non sempre si tratta di una scelta, a volte è anche una necessità: la crisi morde e quindi la casa – per chi ce l’ha – diventa l’unico approdo possibile. Però non è sempre così. C’è anche chi ha scelto in modo consapevole di fare questo passo così importante. Persone che hanno voluto riscrivere il loro futuro professionale e, dopo essersi licenziati, hanno continuato a fare quello che facevano prima non più in una stanza d’ufficio ma dal tinello di casa loro. Oppure si sono trovate costrette a causa di un licenziamento o di una chiusura aziendale. In ogni caso si tratta di una rivoluzione copernicana. Lavorare in casa infatti vuol dire non trovare traffico, non spendere soldi per la benzina o i mezzi pubblici, non bagnarsi nelle giornate di pioggia, ma vuol dire spesso lavorare molto di più che in un ufficio. Anche fino 12/14 ore al giorno. Ci sono mamme che hanno potuto coniugare figli e lavoro solo in questo modo, risparmiando anche sull’asilo, ma non staccando mai la spina.

Non si tratta più di qualche caso isolato. Tutt’altro. Ormai i wwworkers (si chiamano così) sono diverse migliaia in tutta Italia. E il loro numero è destinato ad aumentare.